Lo Svezzamento

LO SVEZZAMENTO

Per definizione lo svezzamento è il passaggio del neonato da un’alimentazione lattea ad una diversa. L’età dello svezzamento è una fase importante e delicata per garantire la salute dei più piccoli. Avviene intorno ai 6 mesi, nel momento in cui il bambino è nella fase orale, cioè tende a portare tutto alla bocca. Errori frequenti possono consistere in tempi di svezzamento anticipati/posticipati o diete squilibrate con eccessivi carboidrati e proteine, sale e carenza di grassi essenziali.

Secondo quanto riporta l’ EFSA (European Food Safety Authority) il latte materno è sufficiente a soddisfare le esigenze nutrizionali, nella maggior parte dei lattanti, fino ai 6 mesi; nel caso in cui non sia possibile attendere i 6 mesi lo svezzamento non dovrebbe avvenire prima della diciassettesima settimana e non oltre la ventiseiesima. Lo svezzamento prima del quarto mese è stato associato ad un maggior rischio di obesità, mentre quello tardivo a carenze nutrizionali. Il latte materno (o formulato, qualora non sia possibile l’allattamento al seno), è l’alimento ideale perché copre tutti i fabbisogni nutrizionali del piccolo. Dal sesto mese è necessario supplementare al latte altri alimenti per garantire il giusto apporto calorico e nutrizionale. Il latte materno o artificiale deve accompagnare la crescita ed è opportuno evitare il latte vaccino almeno fino al compimento del primo anno di età.

Quando iniziare lo svezzamento?

Il bambino deve:

  • Essere in grado di stare seduto con la testa dritta;
  • Aver perso il riflesso di estrusione;
  • Avere interesse verso il cibo;
  • Avere la capacità di afferrare il cibo.

Per il bambino la nuova consistenza solida è completamente diversa da quella assunta finora con l’allattamento, quindi è normale che rigurgiti o rifiuti il cibo propostogli. Il bambino avrà l’istinto di assaggiare il cibo proposto, ma, per il primo periodo, tenderà ad espellerlo dalla bocca. Sarà necessario armarsi di pazienza: giorno dopo giorno assaggerà e conoscerà i diversi sapori, fino ad imparare a mangiare. Il cibo può essere proposto in qualsiasi momento della giornata, purché il bambino non sia stanco, agitato o affamato.

L’auto-svezzamento è una possibilità per il bambino di sperimentare col cibo, conoscere le nuove consistenze, toccare, assaggiare. E’ importante però una scelta consapevole del cibo da dare ai bambini, quindi non saranno loro a sceglierlo; il bambino sarà in grado di mangiare alcune consistenze e non altre e saranno tassativamente proibiti alcuni ingredienti, almeno nelle primi mesi.

Cosa proporre?

  • Alimenti con consistenza morbida o cremosa;
  • Alimenti di piccole dimensioni, che stiano in un pugno;
  • Alimenti che il bambino riesca ad afferrare con due mani;
  • Ogni tipo di alimento (patata, riso, verdura, frutta, carne, pesce…);
  • Alimenti singoli o sotto forma di pietanza.
  • Pochi alimenti per pasto:
  • Proteine: il fabbisogno proteico di un bambino che ancora si nutre principalmente di latte è ancora molto basso, quindi viene indicato di far mangiare carne, pesce, legumi, formaggio e cereali in dosi ridotte.
  • I bambini hanno bisogno di grassi e colesterolo come fonti energetiche e come materia prima per la produzione di ormoni della crescita, quindi è importanti non farli mancare nello svezzamento; aggiungere olio evo alle pietanze e proporre burro, uova, carne e pesce non magri

Cosa NON proporre:

-Alimenti a rischio di strozzamento (es. carne difficile da masticare, formaggi filanti)

-Alimenti troppo caldi o troppo freddi;

Troppe fibre: il bambino fino a 3-4 anni ha difficoltà a metabolizzare le fibre;

-Alimenti con sale o zucchero: è importante nei primi mesi di svezzamento evitare di aggiungere sale o zucchero negli alimenti proposti al bambino, perché questi gli farebbero perdere il meccanismo innato di autoregolazione (attenzione ai formaggi) (non usare il miele fino al primo anno di età).

-Dieta soltanto a base di verdure: non ci sarebbero nutrienti necessari come ferro, proteine e grassi, inoltre è poco nutriente e molto saziante;

In conclusione, lo svezzamento rappresenta una fase essenziale per garantire i nutrienti necessari alla crescita e infondere nel bambino abitudini corrette.  La scarsa varietà della dieta può portare ad uno squilibrio nutrizionale con conseguenze a breve e medio-lungo termine (anemia, rallentamento della crescita, alterazioni neurologiche e patologie cardiovascolari come l’ipertensione arteriosa).

BIBLIOGRAFIA

Prell C, Koletzko B. Breastfeeding and Complementary Feeding. Dtsch Arztebl Int. 2016 Jun 24;113(25):435-44. doi: 10.3238/arztebl.2016.0435. PMID: 27397020; PMCID: PMC4941615.

Gatti M.P, “Svezzamento: ecco gli errori da evitare”, Nutri e Previeni, Nov. 10, 2015;

Bona, “Il bambino non è un piccolo adulto”, Nutrimi, Apr. 9, 2014, Milano.

Francesca Bocchi

Martina Mangherini

Sara Pacconi

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